La dieta vegan è più cara? Questa è una delle critiche che ho sentito più spesso perché molto superficialmente la gente tende a comparare arance con mele ovvero a non fare dei paragoni obiettivi. Non si può confrontare un piatto vegano consumato in un ristorante stellato Michelin con del semplice pollo comprato al discount, cotto e mangiato a casa. Anche le bistecche che si comprano nelle famose Steak House di Leicester Square a Londra sono più costose di una scatola di ceci comprata al supermercato e mangiata a casa.
Dieta vegan o dieta plant-based
C’è poi una sostanziale differenza fra una dieta vegan ed una dieta plant-based, come ho presentato nel mio libro. Una dieta plant-based si basa su alimenti naturali ed integrali di origine vegetale come cereali, legumi, frutta, verdura, semi oleosi – alimenti molto economici che si trovano in qualsiasi supermercato, di qualsiasi Paese. Quando ho vissuto nelle zone rurali dell’India in Rajasthan, per 6 mesi sono riuscito a reperire cereali e legumi.
Il problema del costo della spesa subentra quando la nostra dieta si basa troppo su prodotti industriali, derivati della soia, surrogati della carne, come le cosiddette cotolette di soia. Lo stesso come se da onnivori consumassimo solo alimenti pronti a base di prodotti di origine animale.
Dove sono andati a finire i cereali ed i legumi, la base della Dieta Mediterranea e dai quali gli antichi Gladiatori Romani e tutte le civiltà nel corso dell’umanità hanno ricavato la maggior parte delle calorie per la loro dieta?
In una ricerca dell’Harvard University si è confrontato il costo di vari alimenti presenti in diversi supermercati del Paese alla ricerca dei migliori affari. Si è trovato che, in base al rapporto densità di nutrienti e costo dei prodotti, le persone dovrebbero comprare più frutta secca, soia, fagioli, cereali integrali e meno carne e latticini. I ricercatori conclusero che “l’acquisto di alimenti integrali di origine vegetale è il miglior investimento per la propria salute.”
Il costo per caloria
Gli alimenti meno sani battono gli alimenti più sani solo se si utilizza la scala costo-per-calorie impiegata agli inizi del Novecento per misurare il costo del cibo. Allora l’enfasi era sulle cheap calories o sulle calorie più economiche. Quindi anche se i fagioli e lo zucchero a quei tempi avevano il medesimo prezzo (circa 3 pence per una libbra), il Dipartimento dell’Agricoltura Americana promuoveva lo zucchero perché forniva più calorie rispetto ai fagioli.
La USDA può essere giustificata per non avere sottolineato le differenze nutrizionali fra fagioli e zucchero, in quanto allora non erano ancora state studiate le vitamine e si sapeva pochissimo di altri micronutrienti. Oggi possiamo invece confrontare il costo di diversi alimenti sulla base del loro contenuto nutrizionale.
Perché spendere per mangiare
Una porzione di verdure per esempio può costare fino a 4 volte tanto una porzione di junk food, ma è stato calcolato che quel primo piatto ha 24 volte maggiore valore nutrizionale rispetto al secondo. Quindi, sulla base del costo per densità di nutrienti, le verdure offrono 6 volte più valori nutrizionali per libbra rispetto agli alimenti altamente processati come quelli del fast food. La carne costa circa 3 volte di più rispetto alle verdure e fornisce circa 16 volte meno valori nutrizionali rispetto ad un mix di prodotti di origine vegetale. Poiché la carne ha meno densità di nutrienti e costa di più, le verdure sono 40 volte più ricche di nutrienti per libbra rispetto alla carne.
Se il tuo unico obiettivo è quello di ingurgitare quante più calorie possibili, spendendo il meno possibile allora gli alimenti più sani NON sono la scelta migliore. Se invece vuoi introdurre quanti più nutrienti possibile ad un basso costo, allora fermati al banco di frutta e verdura.
Secondo questa ricerca, spendendo solo 30 centesimi in più al giorno e comprando frutta e verdura puoi abbassare il tuo tasso di mortalità del 10%. Immagina se ci fosse una pillola che potesse ridurre il rischio di morte del 10% e avesse solo effetti collaterali positivi. A quanto pensi che un’azienda farmaceutica venderebbe quella pillola? Sicuramente non solo 30 centesimi!
E le proteine dei bodybuilders
Molto spesso, come abbiamo visto, gli aspiranti bodybuilders consumano quantità di proteine ben superiori a quelle consigliate dalla letteratura scientifica, persuasi che “più proteine si traducano in più muscoli.”
La necessità di ricorrere ad “alimenti iperproteici” ed a basso contenuto di carboidrati proviene dal fenomeno della dieta Atkins, diffusa negli anni 70’ dal cardiologo Americano Robert C. Atkins (paradossalmente egli morì poi nel 2002 di arresto cardiaco) o dalle pratiche alimentari diffuse negli spogliatoi delle palestre da altri bodybuilders, durante la cosiddetta Golden Age o periodo del boom del bodybuilding. I prodotti animali venivano privilegiati in quanto si credeva ancora al mito delle proteine nobili e alla inadeguatezza delle proteine vegetali che costringeva al consumo di grandi quantità di alimenti di origine vegetale per riuscire a raggiungere gli stessi quantitativi proteici che si raggiungevano consumando carne, uova, latte e derivati. Abbiamo dedicato a questo falso mito una guida:
Come poi abbiamo visto più volte, non è solo una questione di calorie, proteine e macronutrienti. Questa sarebbe una visione troppo riduzionista della scienza della nutrizione. Come scrive il dott. Greger (2016), “You don’t eat food “components.” You eat Food!” – non mangiamo solo molecole o nutrienti a se stanti (come le proteine) ma cibo vero. Al supermercato non troviamo la corsia del magnesio e del potassio, così come è troppo semplicistico pensare ai prodotti animali solo come “proteine” e a frutta e verdura come alimenti che dobbiamo consumare come contorno dei nostri piatti. Food is a package deal – il cibo che portiamo alle nostre bocche è un pacchetto nutrizionale completo. Quando mangiamo i prodotti animali non mangiamo solo “proteine.”
Vi faccio un esempio concreto:
Falsi miti nutrizionali
Sì è vero che il calcio è presente nel formaggio, le proteine nella carne di maiale, il ferro nel manzo, ma cos’altro introduciamo nel nostro corpo con questi nutrienti? Gli ormoni, i grassi saturi, micro-organismi patogeni, colesterolo, etc. I latticini sono la prima fonte di calcio in Europa e negli Stati Uniti ma sono anche la fonte principale di grassi saturi. Quali extra introduciamo invece quando consumiamo il calcio dagli ortaggi a foglia verde? Fibra, folati, ferro e antiossidanti, alcuni dei nutrienti che mancano appunto nel latte.
Cercando di consumare la maggior parte dei nutrienti da prodotti di origine vegetale, si ottiene un bonus di extra nutrienti piuttosto che un fardello di sostanze dannose al nostro organismo. Negli Stati Uniti, quando il National Pork Board promuove il prosciutto come “fonte eccellente di proteine,” c’è da ricordare sempre la famosa citazione di un senior vice-president marketing di McDonald’s che, sotto giuramento in tribunale, descrisse la Coca-Cola come nutriente perché contenente l’acqua.
Se vuoi guardare invece di leggere, ti lascio il mio video Youtube: