L’ansia può avere una accezione positiva, se sappiamo gestirla correttamente
La paura funzionale
La paura è una risposta emotiva ad una minaccia o ad un rischio esterno e ben definito; è caratterizzata dall’individuazione istantanea del pericolo presente e dalla coerenza tra lo stimolo e la paura stessa. È una reazione adattiva, in quanto mette il corpo in allerta e lo prepara alla reazione di attacco-fuga, per auto tutelarsi e scappare. Dunque un meccanismo di “sopravvivenza” funzionale, conseguenza di cause esterne e facilmente individuabili.
I sintomi dell’ansia
L’ansia, invece, è una emozione composta da una costellazione di sintomi sul piano fisiologico , che interessano:
- l’apparato cardiocircolatorio
- l’apparato gastrointestinale
- l’apparato respiratorio
- l’apparato neurovegetativo
Inoltre ha ripercussioni sul piano cognitivo:
- la catastrofizzazione
- la valutazione irrazionale della realtà
- l’astrazione selettiva
- il perfezionismo
- l’autosvalutazione
Infine, questo stato d’animo ha conseguenze anche sul piano comportamentale :
- definibile come uno stato di agitazione o fastidiosa tensione data dalla previsione, irrealistica e catastrofica, di un pericolo imminente
- che può comportare evitamento o fuga dalla situazione stessa
L’ansia come sovra-stimolo
Dunque l’ansia è spesso eccessiva e poco coerente rispetto allo stimolo che la fa scaturire. Essa dipende sostanzialmente dalla modalità della persona di approcciarsi con le situazioni.
Spesso è la mancanza di un concreto esame di realtà che fa in modo di esasperare uno status che di per sé potrebbe risultare funzionale. Si può definire “normale” quell’ansia che viene gestita mediante strategie costruttive: essa diventa invece “patologica” quando l’individuo agisce mediante meccanismi disfunzionali.
Se l’individuo infatti non mantiene un buon esame della realtà catastrofizzando l’esito di una situazione vi è il rischio di un “blocco”, che può portare all’evitamento. Tale reazione è “funzionale a far calare l’ansia nell’immediato, ma è disfunzionale in quanto rinforza il meccanismo disadattivo.
I livelli di attivazione
Lo stato emotivo, come anticipato, porta a conseguenze negative o positive in relazione al grado della sua intensità.
In prossimità di una gara, di un esame o di una situazione in cui l’individuo deve essere “efficiente” un giusto livello di attivazione (arousal) è funzionale in quanto permette di tenere alte la motivazione e la tensione. Quando diventa invece ansia eccessiva invece può portare ad un irrigidimento delle capacità cognitive e motorie (quando inesistente, invece può essere causa di disimpegno e indifferenza).
Nello sport si possono individuare diversi tipi di ansia: l’ansia da prestazione, l’ansia di non essere all’altezza, l’ansia di mantenere determinati risultati di performance avuti in precedenza, l’ansia di gareggiare di fronte ad un pubblico. Abbiamo approfondito l’ansia da prestazione in questa guida:
Fondamentale, prima di identificare eventuali cause intrapsichiche, individuare se i sintomi fisiologici dell’ansia possano essere determinati da altri fattori, quali un abuso di sostanze stimolanti, un’alimentazione inadeguata o un eccesso di attività fisica.
Gestire l’ansia
Il primo passo (per un atleta in particolare ma per qualsiasi individuo in generale) è la consapevolezza del proprio stato emotivo. Bisogna imparare a comprendere “cosa” fa scaturire l’ansia, non tanto in termini di evento (facilmente identificabile), quanto piuttosto nei termini della nostra “previsione di insuccesso” o “risultato nefasto”.
Tra l’evento e il significato che noi diamo ad esso esiste infatti un “filtro mentale” più o meno funzionale (pensieri automatici inconsapevoli). Dunque imparare a “capirsi”, analizzando ogni aspetto di una situazione e cercando di comprendere come il nostro approccio ad essa possa modulare l’eventuale risultato.
Per farlo, svolgiamo un attento esame di realtà, ovvero una visione “concreta” e non “idealizzata” in maniera esasperata e irrealisticamente negativa. Questa analisi, ci renderà capaci di gestire in modo più funzionale le situazioni, riuscendo a trarne vantaggio in termini di performance.