Bodybuilding, sport con sovraccarico e infortuni

Gli sport legati al sovraccarico, come il bodybuilding sono realmente più rischiosi e usuranti di altri sport? lo scopriamo in questo articolo

Lavoro e passione

Esiste secondo me un vuoto professionale nella fisioterapia, pochi colleghi infatti si interessano di infortunistica e trattamento di patologie correlate al fitness ed ai sovraccarichi. La maggioranza dei professionisti si indirizza verso le classiche discipline sportive (calcio, pallavolo, basket ecc.)

Non ho la presunzione di colmare tale vuoto ma, semplicemente facendo convergere la mia formazione/professione con la mia passione, vorrei quanto meno dare il mio contributo.

Ritengo possa essere utile iniziare con l’approfondimento di una tematica piuttosto “controversa” che riguarda l’infortunistica negli sport con sovraccarichi.

Lavoro e passione

Sport di sovraccarico

Quando si praticano discipline correlate ai sovraccarichi, uno dei principali timori è sicuramente l’ipotetica facilità di generare infortuni o usura delle articolazioni in misura maggiore rispetto alle discipline svincolate dai carichi.

Sono davvero accuse fondate, quelle contro il nostro sport? Hanno un qualche fondamento scientifico che vada oltre la credenza comune? In generale è decisamente più semplice arrecarsi danno con carichi aggiunti al proprio peso corporeo con movimenti non fisiologici piuttosto che procurarselo a “corpo libero”.

Quando parlo di discipline correlate ai sovraccarichi mi riferisco a:

  • bodybuilding
  • powerlifting
  • weightlifting
  • crossfit
  • strongmen & nordic games

Ma passiamo dai discorsi “da bar” ad una trattazione che si basa su studi scientifici. Di seguito farò riferimento ad abstracts di diversi studi, che mostrano risultati quanto meno interessanti.

Sport di sovraccarico

1. Case study statunitense

Lo studio che cito non è recentissimo ma neanche da considerarsi obsoleto; sicuramente gli USA, per vastità oltre che per cultura correlata alle discipline con sovraccarichi, possono essere considerati delle autorità in materia. Dati raccolti da circa 100 ospedali su suolo USA.

Nel periodo 1990 – 2007 quindi quasi due decenni, nei 100 ospedali analizzati, abbiamo circa 25mila ricoveri causati da infortuni correlati a pesi/fitness, con una stima di quasi 1 mln di casi in tutti gli USA.

Caratteristiche del campione:

  • Età media degli infortunati: 27 anni
  • Sesso: M>F (80% circa M)
  • Tipologia degli infortuni: lesioni muscolari (strappi) o dislocazioni rispettivamente 50 e 60% degli infortuni totali.
  • Localizzazione degli infortuni: la maggior parte a carico dell’upper body, minima parte a carico del lower body, più raramente agli arti.
  • I soggetti giovani si infortunano più spesso con free weight, quelli anziani con macchinari.

Questo approfondimento è sicuramente interessante, per diversi aspetti

Lo studio si basa un campione molto vasto che è un punto favorevole ma può decisamente avere qualche bias interno. L’ampiezza del campione implica infatti scarsa specificità, poiché tratta l’infortunistica coi pesi in senso lato, e non identifica una disciplina specifica.

Nel contempo però, può darci un’idea generale della situazione reale, molti frequentatori medi di palestre, non sono vincolati allo svolgimento agonistico di una disciplina specifica.

Poca specificità nel tipo di correlazione di infortunio tra free weights e macchinari può essere spiegata dal fatto che i giovani si allenano più spesso con pesi liberi mentre chi ha una certa età usa più spesso esercizi guidati e macchinari.

Nonostante qualche sbavatura sulla precisione è uno studio che può comunque farci riflettere. Sulla superficie statunitense in quasi due decenni, ridividendo i dati statistici si ottengono dati davvero “confortanti”: -1500 infortuni l’anno circa per i 100 ospedali analizzati con una stima di 60mila casi l’anno in tutta la nazione. Per quanto si tratti di 100 ospedali e non della totalità abbiamo comunque delle cifre di proiezione notevolmente basse in rapporto alla vastità della popolazione statunitense (320 mln circa al 2018).

Case study statunitense sugli infortuni nello sport

2. Case study incidenza/prevalenza degli infortuni nel weighlifting: update (studio del 2016), studio svolto nell’università di Dammam (Arabia Saudita)

Sebbene il weighlifting non sia identico alle altre discipline con sovraccarichi, ne è sicuramente uno stretto parente e quindi possiamo trarre qualche interessante spunto di riflessione da questo studio. I soggetti giovani sono più inclini ad infortuni da caduta del peso o correlati a traumi mentre i soggetti anziani sono più inclini ad infortuni da sovraccarico/overuse.

La parte interessante di questo studio è la correlazione tra le zone corporee soggette ad infortuni:

  • complesso della spalla 36%: endiniti, borsiti, stiramenti del nervo ascellare, impingement sotto-acromiale, problematiche osteo-articolari a carico dell’acromion-claveare
Infortunio alla spalla
  • colonna lombare 24%: problematiche alle articolazioni faccettarie vertebrali, strappi muscolari
Infortunio alla colonna lombare
  • gomito 11%: oltre alle classiche problematiche da overuse come le tendiniti epitrocleari/epicondilari non sono infrequenti i traumi da dislocazione o frattura
Infortunio al gomito
  • ginocchio 9%: problematiche legamentose o meniscali, problematiche femoro-rotulee
Infortunio al ginocchio

Ognuno di questi distretti poi presenta più frequenti presentazioni cliniche/sintomatologiche.

Questo studio è da considerarsi un unicum per la specificità con qui tratta la tipologia di infortuni.

3. Case study epidemiologia degli infortuni negli sport correlati ai sovraccarichi (2017)

Si tratta di uno studio review, cioè una sorta di compendio di vari studi precedenti, dunque potenzialmente davvero sintetico e completo. Il tipo di campione analizzato è davvero ampio, perché racchiude di fatto la totalità delle discipline sovraccarico correlate: Bodybuilding, Weightlifting, Powerlifting, Crossfit, Strongmen, Highland Games.

L’obiettivo ultimo dello studio è quello di ottenere dati sistematici più specifici e catalogati in relazione a tipo di disciplina, sesso, età, peso dell’atleta (categoria).

Case study epidemiologia degli infortuni nello sport

Sintesi dei risultati:

  • Il bodybuilding è il più sicuro tra le discipline sovraccarichi-correlate (0.2-0.7 infortuni per bodybuilder /anno) (0.24-1 infortunio ogni 1000 ore di allenamento). Strongmen e Highland Games (discipline molto simili) sono quelle a più elevato rischio di infortuni (tra 4.5 e 7.5 infortuni /1000 ore di allenamento)
  • I distretti corporei più colpiti da infortunio sono: complesso della spalla, colonna lombare, ginocchio, arti superiori (gomito, polso, mano)
  • Tendiniti, strappi, fratture e lussazioni sono le tipologie di infortuni più frequenti.
  • Non sembra ci siano correlazioni dirette in merito a sesso, peso, età.

Considerazioni finali

In definitiva, se valutiamo complessivamente gli studi riportati, tutti convengono che le discipline sovraccarico correlate (in ciò l’ultimo studio citato è il più degno di nota) sono nel complesso ben più sicure di altre discipline tra cui quelle di contatto (rugby, sport da combattimento, calcio).

Da professionista del settore riabilitativo sono pienamente d’accordo, una volta individuati tutti i parametri dell’atleta:

  • biomeccanica sotto carico corretta
  • giusta programmazione atletica (gestione di volumi ed intensità di lavoro adeguate)
  • programmazione corretta della recovery (giusto riposo, alimentazione, sonno adeguato, trattamenti di fisioterapia/medici per salute e benessere)

L’atleta beneficerà sicuramente del lavoro con sovraccarichi ed anzi eviterà le problematiche da overuse caratteristiche di altri sport con gesti motori ripetitivi. Ovvio che eventuali infortuni da trauma (per esempio la caduta di un peso addosso) sono verificabili, benché poco prevedibili.

Considerazioni finali sugli infortuni nello sport
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