Man boobs o “tettine”
Per quale motivi gli uomini che fanno abuso di alcolici sviluppano nel tempo tratti femminili come le cosiddette “man boobs” o tettine? Sappiamo che un eccesso di estrogeni può provocare l’accentuazione di tratti femminili e che il nostro fegato ogni giorno elimina gli eccessi dal nostro corpo. Per questo motivo si è sempre creduto che nel caso degli alcolisti, un fegato particolarmente affaticato non riuscisse a svolgere il suo lavoro e che questo portasse ad accumuli di estrogeni nell’organismo. In realtà la ricerca ha dimostrato che i livelli di estrogeni negli uomini che avevano fatto abuso di alcool non erano elevati. Anche il fegato di chi soffriva di cirrosi epatica era capace di ripulire l’organismo dagli estrogeni in modo regolare.
La genisteina e l’infertilità delle pecore australiane
Per questo motivo si avanzarono ipotesi alternative. Se questi effetti femminilizzanti dell’alcool non erano dovuti alla produzione endogena di estrogeni (all’interno del nostro organismo), forse chi fa abuso di alcool è esposto a sostanze fortemente estrogeniche tramite la dieta, magari consumando grandi quantità di fitoestrogeni dalle piante dalle quali si ricavano le bevande alcoliche. La scoperta che alcune piante contenessero molecole capaci di alterare l’equilibrio ormonale fu fatta nel 1951 da due chimici australiani a cui fu assegnato il compito di trovare la causa dell’infertilità delle pecore che stava minacciando il successo dell’industria della lana in Australia. La causa dell’infertilità delle pecore australiane fu identificata in una molecola, la genisteina che era presente in una varietà di trifoglio consumato nei pascoli e lo stesso fitoestrogeno che si trova nei fagioli di soia.
Il solito sensazionalismo mediatico…
Negli ultimi anni alcuni siti online sono andati a ripescare questa scoperta per creare del semplice sensazionalismo mediatico ed inutili allarmismi nei confronti degli effetti estrogenici del trifoglio e della soia. In tutti i casi si è sempre (volutamente) omesso il dato relativo alla quantità di genisteina necessaria per avere degli effetti estrogenici da questo fitoestrogeno. Per arrivare a consumare la stessa quantità che le pecore consumarono dalla varietà di trifoglio presente nei pascoli australiani, bisognerebbe bere circa 1000 cartoni di latte di soia al giorno oppure 8000 burgers di soia od ancora 360Kg di tofu al giorno.
Questo non significa che è impossibile esagerare. Nella letteratura medica ci sono due esempi che descrivono effetti femminilizzanti associati al consumo di appena 14-20 servings di alimenti a base di soia al giorno.
Tuttavia un consumo moderato anche superiore a 1 o 2 servings al giorno, comunemente consumati dai popoli asiatici, non provocano effetti femminilizzanti negli uomini.
…E poi si scoprirono fitoestrogeni più potenti, quelli del luppolo
Quando nel 1951 si scoprì che alcuni fitoestrogeni delle piante potevano avere effetti estrogenici, 2 ricercatori tedeschi si domandarono se questo potesse spiegare anche perchè le donne nei campi coinvolte nella raccolta del luppolo avessero episodi di mestruazione fuori dal ciclo. E difatti si scoprì che il luppolo con il quale si fa la birra contiene un’alta dose di fitoestrogeni con forte carica estrogenica. Tuttavia solo nel 1999 questo potente fitoestrogeno del luppolo fu scoperto e classificato con il nome di 8-prenylnaringenin (8-prenilnaringenina).Difatti si tratta del fitoestrogeno più potente che sia mai stato scoperto, 50 volte più potente della genisteina della soia giustificando i disturbi mestruali accusati in passato dalle donne nei campi di luppolo in Germania. Oggi abbiamo macchine agricole che si occupano della raccolta del luppolo nei campi quindi l’esposizione ai sui fitoestrogeni è prevalentemente attraverso il consumo di bevande a base di questo ingrediente, come la birra. Tuttavia le concentrazioni di 8-prenilnaringenina nella birra sono così basse che non dobbiamo preoccuparci.
Nel 2001 un nuovo studio su un integratore a base di luppolo per l’aumento del seno creò allarmismo perché si scoprì che un altro fitoestrogeno della pianta, lo isoxantoumolo, viene metabolizzato a livello del fegato nel più potente 8-prenilnaringenina (8-PN) amplificando l’effetto estrogenico del luppolo.
Questo studio fu condotto tuttavia solo su dei ratti di laboratorio. In un altro studio sui recettori estrogenici del corpo umano non si verificò questa metabolizzazione a livello epatico finchè si arrivò ad un nuovo studio del 2005. Il fegato infatti non è l’unico ambiente del nostro organismo nel quale avvengono queste trasformazioni. Il nostro colon contiene trilioni di micro-organismi con forte azione metabolica. Si provò quindi a testare gli effetti del mix birra-feci e si registrò una incredibile conversione del 90% in 8-prenilnaringenina. Fino ad allora la concentrazione di 8-PN nella birra era considerata troppo bassa per influire sull’organismo. Tuttavia questi risultati dimostrarono che l’attività dei nostri batteri intestinali può amplificare l’esposizione e la concentrazione dei fitoestrogeni del luppolo fino a 10 volte.
Questo spiega perchè si può trovare traccia di 8-PN nelle urine di chi beve birra anche a distanza di molti giorni dal consumo: i micro-organismi del nostro intestino continuano a produrre questa sostanza e a liberarla nel nostro organismo. Si dimostrò quindi che la quantità di 8-PN che si consuma direttamente da un boccale di birra non è la l’unica fonte di questo potente fitoestrogeno considerata questa conversione a livello intestinale.
La ricerca scientifica su queste molecole rimane aperta, l’arte della moderazione e l’evitare gli eccessi rimane sempre la strada migliore da intraprendere ma forse, sulla base delle ultime evidenze scientifiche, dovremmo cominciare a preoccuparci maggiormente del consumo di birra piuttosto che continuare a fare falsi allarmismi sulla soia ed i prodotti a base di soia. Che ne pensate?